Tra le tante meraviglie della Val d’Orcia in Toscana, merita sicuramente una visita il giardino della tenuta La Foce.
Si tratta di un vero incanto in cui si fondono armonicamente la simmetria rinascimentale toscana e il romanticismo inglese. Suddiviso in più terrazze digradanti sulla collina il giardino è organizzato con siepi di bosso e decorato da maestosi limoni in vasi di cotto, con bordure di erbacee e un pergolato profumatissimo di glicini e rose che arriva fino al bosco. Al suo interno si nasconde anche un meraviglioso labirinto.
Quando i marchesi Antonio e Iris Origo acquistarono la tenuta di La Foce chiamarono l’architetto inglese Cecil Pinsent a progettare la casa e il verde. Il giardino venne realizzato in quattro fasi, tra il 1925 e il 1939. Secondo l’idea di Iris Origo il giardino doveva essere un luogo dove poter leggere e pensare, ma anche scrivere e accogliere amici. Visitandolo si assapora esattamente questa sensazione di pace e armonia.
Ma non solo. Questo giardino racconta una storia di resistenza e antifascismo. Negli anni ’40 La Foce – che comprendeva vigneti, orti e frutteti, oliveti e allevamenti di animali – era una comunità autosufficiente che produceva olio, vino, lana, formaggio, marmellate, frutta, ortaggi e persino zafferano.
Vennero costruiti asili e scuole, oltre ad un ambulatorio medico, di cui si occupò direttamente Iris. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Origo furono attivi collaboratori della Resistenza: accolsero nella loro tenuta partigiani, prigionieri in fuga e famiglie sfollate dalle città bombardate.